venerdì 23 maggio 2025

Il fascino della Grotta delle Torri di Slivia - Pejca v Lascu

 

Capitolo: Grotta delle Torri di Slivia – Pejca v Lascu

Vivi il fascino della natura, nel cuore segreto del Carso






Cosa vedere a Trieste I Grotta Torri di Slivia

Nel cuore del Carso triestino, dove il paesaggio calcareo cela meraviglie sotto ogni piega del terreno, si apre uno dei gioielli sotterranei più affascinanti d’Italia: la Grotta delle Torri di Slivia, o Pejca v Lascu, come la chiamano gli abitanti del luogo. Un luogo senza tempo, dove le ere geologiche si sono cristallizzate in maestose torri di pietra, stalattiti scolpite dalla pazienza dell’acqua e stalagmiti cresciute dal lento respiro della terra.

Questa grotta non è solo una cavità naturale, ma una testimonianza viva del Carso, di una terra complessa e stratificata, modellata dal carsismo e dalla storia umana. Situata nel comune di Duino-Aurisina, ai piedi dell’antico borgo carsico di Slivia, la grotta è raggiungibile in modo del tutto particolare: a bordo di un trattore. Un’esperienza che ha già il sapore della scoperta, preludio ad un viaggio nel sottosuolo che ha affascinato esploratori, speleologi e visitatori fin dal XIX secolo.

Le origini e la scoperta: un patrimonio speleologico

La prima esplorazione ufficiale della grotta risale al 6 gennaio 1885, quando gli speleologi della Società degli Alpinisti Triestini, guidati dall’ingegner Costantino Doria, penetrarono per la prima volta nella cavità attraverso il grande pozzo naturale conosciuto da tempi immemori. Fu allora che, dinnanzi alle gigantesche formazioni stalagmitiche, i pionieri rimasero estasiati, scegliendo di chiamarla "Grotta delle Torri".

Inserita nel catasto speleologico regionale con il numero 22, è una delle prime cavità documentate del Carso, territorio che oggi conta oltre 3.000 grotte censite. Questo dato conferma la sua importanza scientifica e storica, rendendola uno dei punti di riferimento per lo studio del carsismo triestino.

Torri di Slivia's Cave - AGTI

L’apertura al pubblico: tra turismo e tutela ambientale

I lavori per rendere fruibile la grotta ai visitatori iniziarono nel 1964, quando venne progettato un ingresso artificiale. Tre anni più tardi, nel 1967, vennero realizzati il sentiero interno e una scalinata in ferro che consentirono l’accesso fino al cuore della cavità. Finalmente, nel 1968, vennero emessi i primi biglietti turistici.

La Grotta delle Torri di Slivia rappresenta anche un esempio unico in Italia: è infatti gestita direttamente da un’azienda agricola, “Le Torri di Slivia”, che sorge proprio sopra la cavità. Il connubio tra agriturismo e valorizzazione del patrimonio naturale ha dato vita ad una realtà sostenibile, che integra ospitalità rurale e turismo ambientale.

Il viaggio nella grotta: un percorso emozionante

La discesa comincia con la salita sul trattore, che conduce i visitatori fino all’ingresso celato in una radura. Qui, una guida apre una porta metallica, quasi fosse il varco per un altro mondo. Una lunga scalinata interna, avvolta da una luce soffusa e rispettosa, accompagna i visitatori verso l’abisso.

Il grande pozzo di accesso si apre a 114 metri sul livello del mare e sprofonda per 33 metri in un cono detritico. Da lì, si penetra fino alla sala principale, dove le stalagmiti monumentali, alte fino a diversi metri, sembrano sfidare la gravità. Il percorso turistico si sviluppa per 554 metri lineari, raggiungendo una profondità di circa 70 metri, mentre la profondità complessiva della grotta arriva a 101 metri, fino a sfiorare le acque di base del Carso.

Le meraviglie naturalistiche: un capolavoro sotterraneo

Ogni angolo della grotta è un mosaico di forme geologiche straordinarie: gours, cortine, tubolari, lampadari di pietra, fino al gruppo delle “Torri”, che danno il nome alla cavità. Il lento stillicidio dell’acqua ha creato uno scenario fiabesco, dove ogni colonna e ogni concrezione raccontano storie di millenni.

La presenza di pipistrelli, sentinelle discrete della notte carsica, aggiunge un tocco di vita a questo ambiente altrimenti silenzioso. In certi momenti, rimanendo immobili, si può percepire il battito d’ali leggero di queste creature notturne, che sorvolano i visitatori come antichi guardiani del buio.

Un simbolo culturale e paesaggistico del Carso

La Grotta delle Torri di Slivia è molto più di un’attrazione turistica. È una testimonianza della relazione profonda tra l’uomo e il paesaggio carsico, tra il rispetto per la natura e il desiderio di conoscerla. Le sue immagini sono state pubblicate su testi fondamentali della speleologia italiana, come "Duemila grotte" di Luigi Vittorio Bertarelli e Eugenio Boegan, segno della sua rilevanza culturale.

Il percorso di valorizzazione ha saputo conciliare tutela ambientale, narrazione storica e fruizione sostenibile. Le visite, disponibili da marzo a novembre, sono sempre guidate, proprio per mantenere intatta l’atmosfera delicata della cavità e per trasmettere al pubblico non solo informazioni, ma anche emozione e consapevolezza.

Un’esperienza da vivere e custodire

Visitare la Grotta delle Torri di Slivia significa discendere nel tempo e nel ventre della terra. È un cammino sensoriale e culturale, dove si comprende quanto il Carso sia un luogo unico, modellato dall’acqua e dalla pietra, ma anche dalle storie e dalla cura delle comunità locali.

Tra le pieghe della roccia, tra le ombre delle torri e le luci soffuse, si svela un mondo segreto e affascinante, un patrimonio da scoprire, rispettare e tramandare. In questa grotta, la pietra non è solo materia, ma memoria: memoria del tempo, della natura e delle genti del Carso.


un video del 2009











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