lunedì 26 maggio 2025

Lignano dalle acque della laguna alla Florida d'Italia

Capitolo: Lignano Sabbiadoro – Dalle acque della laguna alla Florida d’Italia

TRENTA STORIE DEL 900




Lignano Sabbiadoro, oggi conosciuta come una delle più rinomate località balneari dell’Alto Adriatico, ha attraversato nel Novecento un’evoluzione straordinaria che la trasformò da luogo quasi inaccessibile e paludoso a perla turistica di rilevanza nazionale e internazionale. Questo cambiamento, alimentato dalle vie d’acqua, dal lavoro dell’uomo e da visioni architettoniche lungimiranti, si intreccia profondamente con la memoria storica, il paesaggio naturale e i movimenti culturali del secolo scorso.

Lignano era abitata fin dall’epoca romana, quando la sua posizione strategica nella laguna friulana ne fece sede di un piccolo presidio militare. Successivamente, nel Medioevo, continuò a essere un avamposto marginale, abitato da pochissimi residenti stabili. Per secoli, infatti, la penisola fu isolata dal resto dell'entroterra, raggiungibile soltanto a piedi o attraverso zattere, in un viaggio che implicava l’attraversamento dell’intera laguna. La Via Crescenzia, antica arteria romana, collegava queste terre remote al continente, proseguendo idealmente nell’attuale viale Centrale. Tuttavia, tale via rimase un sentiero informale per secoli, segno dell’isolamento e della scarsa urbanizzazione dell’area.

Fu solo con il Novecento che Lignano conobbe la propria rinascita. I primi tentativi di sviluppo turistico risalgono agli inizi del secolo, quando, nel 1903, venne costruito un primo, semplice impianto balneare per iniziativa di un gruppo di imprenditori veneti. Seguirono le prime strutture ricettive come l’albergo voluto da Angelo Marin e i fratelli Piani. Tuttavia, l’ambiente ostile – caratterizzato da paludi infestate dalla malaria – impediva un vero slancio alla crescita. Il riscatto arrivò negli anni Venti, quando iniziarono le opere di bonifica e di sistemazione territoriale. Solo dopo l’apertura, nel 1926, della strada comunale che collegava Lignano a Latisana, fu possibile iniziare a immaginare un futuro diverso per la penisola.

Nel 1935 fu istituita l’Azienda di Soggiorno e Turismo: è in questo momento che venne aggiunto, per finalità promozionali, il nome “Sabbiadoro”, evocando la bellezza della spiaggia dorata e potenziando l’appeal di Lignano come destinazione turistica. Nel 1938, la località poteva vantare circa mille posti letto e oltre sessantamila presenze turistiche annue, numeri che confermavano il potenziale di una stazione balneare tra le più antiche d’Italia.

Il secondo conflitto mondiale rallentò questa ascesa, ma a partire dagli anni Cinquanta Lignano riprese il suo slancio. In questo periodo avvenne una delle trasformazioni più affascinanti della sua storia urbanistica. L’architetto Marcello D’Olivo, figura visionaria e innovativa, elaborò un piano regolatore completamente originale per lo sviluppo di Lignano Pineta. Il suo progetto era ispirato a forme naturali e prevedeva una viabilità concentrica che disegnava una chiocciola – simbolo poi adottato come emblema della località – e che rompeva radicalmente con la griglia urbanistica tradizionale. Questa visione organica, in sintonia con il paesaggio di pinete e dune sabbiose, rappresentava un raro esempio di architettura moderna perfettamente integrata nel contesto ambientale.

Nel frattempo, anche il volto culturale di Lignano cominciava a definirsi. La cittadina accolse negli ultimi anni della sua vita lo scrittore Giorgio Scerbanenco, il quale vi ambientò alcuni suoi romanzi, contribuendo alla narrazione letteraria della località. Ma fu un altro gigante della letteratura mondiale, Ernest Hemingway, a consacrare Lignano come luogo dello spirito, oltre che del turismo.

Il 15 aprile 1954, accompagnato dalla moglie Mary Welsh e dalla famiglia nobiliare friulana dei Kechler, Hemingway fece visita alla ancora semi-sconosciuta Lignano Pineta. A bordo di una Lancia Aurelia B21, lo scrittore attraversò le strade ancora in costruzione e, osservando la pianta urbanistica disegnata da D’Olivo, rimase affascinato dall’audacia del progetto. Proprio in quella circostanza, i Kechler gli offrirono un lotto edificabile, dono che Hemingway accettò simbolicamente firmando un documento ancora oggi conservato dalla Lignano Pineta Spa.

Passeggiando lungo la spiaggia circondata dalla pineta, lo scrittore americano pronunciò una frase destinata a entrare nella storia: “Ma questa è la Florida, anzi è la Florida d’Italia!”. Il paragone con le Everglades, dove la vegetazione incontra le acque, rappresentava un potente elogio per il paesaggio lignanese, allora ancora incontaminato e selvaggio. Le foto d’epoca ritraggono Hemingway mentre si toglie la sabbia dalle scarpe, immerso in uno scenario essenziale, ma carico di potenzialità immaginative.

A memoria di quella visita leggendaria, nel 1986 nacque il Premio Hemingway, istituito dal Comune di Lignano Sabbiadoro. Il premio si articola in quattro categorie – Letteratura, Fotografia, Testimone del nostro tempo e Avventura del pensiero – e rappresenta oggi uno degli appuntamenti culturali più significativi dell’intera regione, contribuendo a rafforzare il legame tra la cittadina e il mondo intellettuale. Al Premio si affianca il Parco Hemingway, un’area verde al centro di Sabbiadoro, luogo di memoria e di incontro, teatro di eventi e manifestazioni, tra cui la colorata Festa dei Fiori che apre simbolicamente ogni stagione estiva.

Nel 1959 Lignano ottenne l’autonomia amministrativa da Latisana e si costituì come comune indipendente. A fine decennio, la popolazione era raddoppiata rispetto all’inizio degli anni Cinquanta, segno dell’effetto trainante del turismo e della crescente attrattività del territorio. L’espansione urbana proseguì con attenzione all’ambiente e al verde: la foresta di pini, che un tempo dominava la penisola, fu in parte conservata, integrandosi con i nuovi insediamenti residenziali e alberghieri.

Nel tempo, Lignano ha conquistato anche riconoscimenti ufficiali: è Bandiera Blu da ben 35 anni (dal 1989 al 2024), insieme a Grado e Moneglia, a testimonianza di una lunga e costante attenzione alla qualità delle acque, alla gestione ambientale e ai servizi offerti ai visitatori. La località, collegata all’entroterra dalla strada regionale 354, è oggi esempio di come turismo, cultura, memoria storica e sostenibilità possano convivere in armonia.

Lignano Sabbiadoro, nel Novecento, è quindi divenuta un laboratorio di trasformazione: dalle paludi insalubri alle spiagge dorate, dalle zattere alle moderne arterie viarie, dal silenzio delle pinete alla voce degli scrittori. Un luogo d’acqua e di sabbia, di pietre e parole, che ha saputo costruire la propria identità lungo le vie invisibili della memoria e del mare.

Nessun commento:

Posta un commento

La presentazione del Volume e la conclusione del Progetto S

  La SV è invitata alla presentazione del volume fotografico Viaggio Fotografico  Sulle Vie dell’Acqua tra pietre e fiumi, storie del ‘900” ...