venerdì 23 maggio 2025

L'ISONZO, il fiume smeraldo

 Capitolo: L'Isonzo – Il fiume di smeraldo




L'Isonzo, il fiume dal nome celtico “Eson”, è molto più che un corso d'acqua: è un filo verde smeraldo che cuce insieme paesaggi, storie e identità di due nazioni e di molte comunità. Con i suoi 136 chilometri di lunghezza, di cui ben 85 in territorio italiano, attraversa territori ricchi di storia e natura, legando tra loro le Alpi Giulie, il Carso e infine il Mare Adriatico. Il suo bacino, che si estende su 3.400 km², racconta di biodiversità, geologia carsica, memoria e rinascita.

Il viaggio dell’Isonzo

L’Isonzo nasce in Slovenia, nel cuore della Val Trenta, un angolo idilliaco delle Alpi Giulie dove le acque sgorgano pure e fredde da una sorgente situata a circa 876 metri di altitudine. Fin dai primi passi il fiume si insinua in un paesaggio di gole, foreste e cascate. Il suo corso iniziale è impetuoso, incastonato tra rocce dolomitiche e boschi popolati da camosci, cervi e aquile reali.

Attraversa le città slovene di Bovec (Plezzo), Kobarid (Caporetto) e Tolmin, note per la loro bellezza paesaggistica, ma anche per essere state teatri di battaglie cruente durante la Prima Guerra Mondiale. In queste vallate e forre si combatterono le prime delle dodici Battaglie dell’Isonzo (1915–1917), tragico emblema del fronte italo-austriaco. Il fiume, che taglia in due le linee di contatto tra i due eserciti, divenne un nemico in sé: difficile da attraversare, mutevole, ostile.

Il paesaggio è ancora oggi segnato da questa memoria. Trincee, postazioni in caverna, resti di fortificazioni e sacrari punteggiano il territorio, facendo dell'Isonzo non solo un elemento naturale ma anche un monumento liquido alla memoria europea del Novecento.

Un fiume smeraldo

Colpisce immediatamente chi lo osserva il colore inconfondibile delle sue acque: uno smeraldo vivo, quasi innaturale. Questo effetto ottico deriva da particolari rifrazioni della luce dovute alla presenza di micro-particelle di origine minerale e alla purezza delle sorgenti carsiche. L’Isonzo non è solo bello da vedere: è una risorsa idrica fondamentale e un ecosistema di valore internazionale.

Un ecosistema prezioso

Lungo il suo corso si alternano habitat unici: dalle rapide alpine, alle lanche golenali, fino ai delta lagunari. Il tratto finale, in particolare, custodisce uno degli scrigni naturalistici più importanti del Friuli Venezia Giulia: la Riserva Naturale della Foce dell’Isonzo.

Istituita nel 1996, la Riserva include l’Isola della Cona, un’area umida che si è affermata come modello di gestione ambientale e conservazione. Più di 300 specie di uccelli fanno tappa o nidificano in questo ambiente: tra di esse cavalieri d’Italia, aironi rossi, falchi di palude e sterne. La zona ospita anche i cavalli Camargue, introdotti per mantenere l’equilibrio ecologico del territorio: animali robusti e docili, che vivono allo stato semibrado in piena armonia con il paesaggio lagunare.

LE VOCI DELL'ISONZO

Il Carso e la guerra

Salendo il corso del fiume, si entra nel territorio carsico, un ambiente aspro, segnato da altopiani rocciosi, doline e grotte. Qui la guerra trovò un teatro ideale per la sua tragicità. Le battaglie dell’Isonzo si svolsero in buona parte proprio sul Carso, dove l’aridità della roccia, la mancanza d’acqua e la difficoltà dei rifornimenti resero il conflitto ancora più drammatico. Le trincee scavate nel calcare, i crateri delle esplosioni e le linee di fortificazione austro-ungariche sono oggi percorsi di memoria visitabili attraverso itinerari escursionistici tematici.

Località come Sagrado, Fogliano Redipuglia – dove si erge l’imponente sacrario militare – o Gradisca d’Isonzo, conservano il ricordo di quegli anni attraverso musei, cippi e sentieri storici.

Kilimangiaro - Lungo il fiume Isonzo del 19/02/2017 - Video - RaiPlay

Turismo naturalistico e percorsi della memoria

Oggi, l’Isonzo è anche una meta per il turismo sostenibile, che integra natura e cultura. Escursioni a piedi, in bicicletta o a cavallo permettono di esplorare sia gli aspetti ambientali che quelli storici del fiume. Le sponde del fiume, da Gorizia alla foce, offrono una straordinaria varietà di paesaggi: dai parchi cittadini, come il Parco Piuma e il Parco di Campagnuzza, alle riserve naturali, passando per i vigneti DOC e le zone umide.

La parte terminale del fiume è ideale anche per il kayak e le escursioni fluviali, in un ambiente sospeso tra terra e acqua, dove si respira ancora oggi un silenzio solenne, rotto solo dal canto degli uccelli e dal lento fluire dell’acqua.

Isonzo - Soča - alla scoperta della valle del fiume di smeraldo

Vino, cultura e natura

Infine, lungo l’Isonzo si sviluppano alcune delle più pregiate zone vitivinicole della regione, come l’Isontino e il Collio. Qui si producono vini celebri, espressione di un paesaggio coltivato con sapienza e rispetto. Il legame tra terra, acqua e tradizione si riflette nel carattere deciso dei bianchi friulani e nella profondità dei rossi.

L’Isonzo è un fiume dalle molte vite: corso d’acqua dalle origini alpine, confine di civiltà, campo di battaglia e oggi custode di biodiversità. Le sue acque verde smeraldo scorrono tra le pagine della storia e i sentieri della natura, ricordandoci come la bellezza possa nascere anche dove un tempo c’erano dolore e distruzione. Lungo le sue rive, il ricordo si fonde con il canto degli uccelli, e la memoria diventa paesaggio.








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