Il capitolo: Il Tagliamento: il grande fiume friulano, testimone del tempo
GRUPPO ERMADA FLAVIO VIDONIS: TRENTA STORIE DEL '900 DEDICATE AL FRIULI VENEZIA GIULIA, ALLE SUE GENTI, AI SUOI LUOGHI, AI SUOI EVENTI
Nel cuore del Friuli Venezia Giulia, tra le pieghe delle Alpi Carniche e le distese pianeggianti che sfumano verso l’Adriatico, scorre maestoso il Tagliamento. Più di un semplice corso d’acqua, il Tagliamento è un organismo vivo, una linea vitale che attraversa secoli di storia, mutamenti geologici e vicende umane. Con i suoi 178 chilometri, è il fiume più lungo della regione e rappresenta uno degli ultimi fiumi alpini d’Europa che conserva un assetto morfologico naturale e dinamico, non imbrigliato da argini o deviazioni artificiali. È questo carattere selvaggio, libero, che ne fa un unicum nel panorama idrografico europeo e un patrimonio da tutelare.
Un fiume scolpito dalla natura
Il Tagliamento nasce in Veneto, poco oltre il confine friulano, nei pressi del Passo della Mauria, nel comune di Lorenzago di Cadore. Scende verso la regione friulana, dove si apre progressivamente in una vallata ampia e ghiaiosa, modificandosi di continuo grazie al suo regime fluviale estremamente variabile. Questo fiume, nella sua parte mediana, è il tipico esempio di fiume a “canali intrecciati” (braided river), un sistema fluviale con più rami che si separano e si riuniscono nel letto ghiaioso, creando un paesaggio mutevole e spettacolare.
Nel tratto superiore, il fiume riceve contributi importanti: il Lumiei, il Degano, il But e soprattutto il Fella, che nasce nei pressi del valico di Camporosso e convoglia l'acqua di numerosi affluenti alpini. Dopo la confluenza col Fella nei pressi di Venzone, il Tagliamento piega verso sud-ovest, giungendo al vasto piano di Osoppo, dove il fiume si espande fino a formare un alveo di centinaia di metri. Più a valle, si restringe presso Pinzano e continua a scorrere verso sud, segnando a tratti il confine tra Friuli e Veneto, prima di sfociare nel Mar Adriatico tra Lignano Sabbiadoro e Bibione.
Via d’acqua e di civiltà
Fin dai tempi preistorici, il Tagliamento è stato un elemento centrale per lo sviluppo delle comunità che ne hanno abitato le rive. I primi insediamenti, risalenti al Neolitico e all’età del Bronzo, sorsero approfittando della fertilità del suolo e della disponibilità di acqua. Le testimonianze archeologiche nella valle sono numerose: utensili, necropoli, insediamenti palafitticoli.
Durante l’epoca romana, il fiume divenne un’importante via di comunicazione tra l’entroterra e il porto di Aquileia, centro nevralgico dell’Impero. Numerose strade consolari, tra cui la Via Iulia Augusta, lo attraversavano. L’acqua del Tagliamento non solo serviva al trasporto di merci, ma anche all’approvvigionamento idrico delle città e all’irrigazione delle terre agricole. Le chiatte solcavano il fiume cariche di legname, vino, sale, merci che giungevano fino alle Alpi e oltre.
Nel periodo delle invasioni barbariche, tra IV e VI secolo, il Tagliamento divenne una linea di demarcazione tra i territori ancora controllati da Roma e le aree ormai soggette ai nuovi popoli germanici: Longobardi, Goti, Unni. Proprio lungo le sue sponde, vennero costruite fortificazioni, torri e castelli, molti dei quali ancora visibili nei borghi storici che punteggiano la sua valle: Venzone, Gemona, San Daniele, Spilimbergo.
Un confine conteso
Nel Medioevo e durante l’età moderna, il Tagliamento assunse anche un valore strategico-militare, fungendo da confine naturale tra poteri in competizione: il Patriarcato di Aquileia, la Repubblica di Venezia, l’Impero Asburgico. Il controllo delle sue acque significava dominio sul commercio, sulla navigazione, sui diritti di pesca e soprattutto sulle terre fertili circostanti.
Molti sono stati i momenti in cui il fiume si è trovato al centro di conflitti. Celebre fu la Battaglia di Codroipo del 1499, tra le truppe veneziane e le forze dell’Imperatore Massimiliano I. Anche durante le guerre napoleoniche e l’occupazione austriaca del XIX secolo, il Tagliamento venne usato come linea difensiva.
Ma è nel XX secolo che il fiume diventa teatro di alcuni degli eventi più tragici della storia friulana. Durante la Prima guerra mondiale, la linea del Tagliamento fu coinvolta nella drammatica ritirata di Caporetto (ottobre 1917). I soldati italiani attraversarono il fiume in condizioni disperate, inseguiti dagli austro-tedeschi. Alcuni ponti vennero fatti saltare per rallentare l’avanzata nemica. Le cronache e le memorie dei sopravvissuti descrivono un Tagliamento gonfio e impetuoso, che inghiottì centinaia di uomini e mezzi nel tentativo di fermare l'invasione.
Durante la Seconda guerra mondiale, il fiume segnò il confine orientale della Repubblica Sociale Italiana e divenne nuovamente teatro di scontri e ritirate. Fu anche una zona importante per la Resistenza friulana, che trovava rifugio nei suoi boschi e nelle valli circostanti
Un paesaggio in equilibrio
Oggi, il Tagliamento è riconosciuto non solo per la sua storia, ma anche per l’incredibile valore ambientale. Lungo il suo corso, il paesaggio muta costantemente, ma ciò che rimane costante è la biodiversità straordinaria che lo caratterizza. I magredi dell’alta pianura, con la loro vegetazione rada e ciottolosa, sono habitat rari. Le risorgive della bassa Friulana, con le acque che riemergono dalla ghiaia, alimentano zone umide popolate da anfibi, uccelli acquatici e specie vegetali uniche.
Il Tagliamento è un vero corridoio ecologico che connette la zona alpina con l’Adriatico, permettendo a specie animali e vegetali di spostarsi e prosperare. Tra le specie più significative troviamo il Martin pescatore, il Fratino e numerose varietà di Orchidee spontanee. La sua ricchezza ittica comprende trote marmorate, temoli, barbi e scazzoni.
Per questo motivo, la Regione Friuli Venezia Giulia ha avviato il processo di candidatura del Tagliamento a Riserva della Biosfera UNESCO (programma MAB – Man and Biosphere). La Società Alpina Friulana, insieme alle sezioni CAI del territorio, promuove attività di sensibilizzazione, escursioni naturalistiche, conferenze e pubblicazioni volte a far conoscere i “segreti del Tagliamento”.
Il fiume e l’uomo oggi
Il rapporto tra le comunità locali e il fiume è oggi improntato al rispetto e alla consapevolezza. Se un tempo il fiume era sfruttato in modo diretto per l’agricoltura, il trasporto o la pesca, oggi è considerato anche un luogo di svago, ricerca e spiritualità. Le sue sponde sono frequentate da escursionisti, fotografi, appassionati di rafting, canoa, parapendio.
Città e borghi che si affacciano sul fiume, da Tolmezzo a Latisana, vivono il Tagliamento come un simbolo identitario. Le tradizioni locali, le feste popolari e le leggende che lo riguardano contribuiscono a mantenerlo vivo nella memoria collettiva. Il fiume, con il suo fluire incessante, continua a raccontare la storia del Friuli e delle sue genti, testimone silenzioso delle lotte, delle rinascite e della forza di un popolo.
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