Il Capitolo: Gli Alpini in Friuli Venezia Giulia: memoria, servizio e identità
GRUPPO ERMADA FLAVIO VIDONIS: TRENTA STORIE DEL '900 DEDICATE AL FRIULI VENEZIA GIULIA, ALLE SUE GENTI, AI SUOI LUOGHI, AI SUOI EVENTI
Nel cuore delle Alpi Orientali, tra valli, fiumi e pietre di confine, la presenza degli Alpini ha segnato in modo indelebile la storia del Friuli Venezia Giulia e dell’intero Novecento. Regione di confine e crocevia di culture, il FVG ha sempre avuto un ruolo centrale nelle vicende militari italiane, specie nelle due guerre mondiali. Proprio qui, in questa terra solcata dalle acque del Tagliamento, dell’Isonzo e del Natisone, la tradizione alpina ha trovato terreno fertile per svilupparsi non solo come espressione militare, ma anche come forza viva di volontariato, memoria e impegno civile attraverso le Sezioni A.N.A..
Dopo la fine del primo conflitto mondiale, i reduci
dei reparti alpini si organizzarono nell’A.N.A. (fondata nel 1919 a Milano),
dando vita a numerose sezioni territoriali. In Friuli Venezia Giulia, le
sezioni hanno avuto una crescita significativa sin dagli anni Venti,
trasformandosi in centri propulsori di iniziative culturali, storiche,
assistenziali e di protezione civile. Di seguito un percorso attraverso le
principali sezioni ANA del FVG: Pordenone, Udine, Cividale del Friuli,
Carnica, Gorizia, Gemona, Trieste e Palmanova.
FAMIGLIA ALPINA DUINO AURISINA
All’Adunata di Biella alpini con le polo “Io sono fvg”
Sezione ANA di Trieste
a fondazione della Sezione ANA di Trieste risale
al 26 gennaio 1922, quando un gruppo di Alpini, perlopiù reduci della Grande
Guerra e volontari irredenti (molti dei quali avevano partecipato all’impresa
di Fiume con D’Annunzio), si riunì presso la sede del CAI – Sezione Alpina
delle Giulie. La riunione sancì la nascita della Sezione e vide l’elezione del
primo Presidente, il cav. Alberto Zanutti. Il giornale ufficiale “L’Alpino” ne
diede notizia il 5 febbraio dello stesso anno.
Durante
gli anni Trenta, la Sezione si consolidò e si espanse: nel 1930 vennero fondati
i Gruppi di Monfalcone e di Postumia, e quello di Ronchi dei Legionari nacque
come diramazione di Monfalcone nel 1934. Le attività erano intense e
coinvolgevano l’intera Venezia Giulia, con raduni, esercitazioni e
partecipazione a eventi nazionali. Nel 1936, ad esempio, una delegazione della
Sezione partecipò a un raduno a Zara, mentre nello stesso anno si tenne a
Trieste un grande raduno con la presenza di tutti i gruppi sezionali.
Nel
1938 nacque il Gruppo di Duino Aurisina, istituito come “Plotone” in base alla
riforma organizzativa dell’Associazione, che venne temporaneamente
militarizzata sotto forma di “10° Reggimento Alpini”. I Gruppi divennero quindi
Plotoni, le Sezioni furono chiamate Battaglioni.
Nel
1939, nonostante l’Europa fosse sull’orlo della guerra, Trieste ospitò la 20ª
Adunata Nazionale degli Alpini. In quello stesso anno, la Sezione triestina
piangeva la perdita dell’Alpino dott. Mario Grambassi, noto giornalista di
Radio Trieste caduto nella guerra di Spagna.
Con
l’inizio della Seconda guerra mondiale, molte attività cessarono. La Sezione
perse numerosi Alpini caduti sui vari fronti e, nel 1943, fu ufficialmente
sciolta tramite un verbale firmato dal presidente Ulrico Martelli. Quando la
Sezione rinacque nel dopoguerra, portava sul vessillo nuove decorazioni al
valor militare, ma nessuno dei vecchi Gruppi esisteva più.
Fu
nell’autunno del 1947 che cinque Alpini – Dall’Anese, Vitas, Tomasi, Finzi e
Furlani – affiancati da Timeus e Sindellari, si rimboccarono le maniche per
rifondare la Sezione. I tempi erano difficili: Trieste era ancora sotto il
controllo militare anglo-americano, e la città non era ancora stata restituita
all’Italia. Bisognerà attendere il 26 ottobre 1954 per vedere sventolare
nuovamente il tricolore in Piazza Unità d’Italia.
L’anno
successivo, nell’aprile 1955, Trieste ospitò l’Adunata Nazionale in un tripudio
di popolo. Dieci anni dopo, nel 1965, la città tornò ad accogliere gli Alpini
in occasione di una nuova Adunata Nazionale.
La
sede sezionale era allora collocata presso la Casa del Combattente in Piazza
Oberdan, ma risultava presto troppo angusta. Nel 1976, sotto la guida del
Presidente prof. Egidio Furlan – decorato reduce di Grecia e Jugoslavia –
nacque il periodico sezionale “L’Alpin de Trieste” e fu avviato il progetto per
una nuova sede in Via della Cassa di Risparmio. Grazie all’impegno degli Alpini
triestini e al coordinamento del segretario Mario Giacopelli, una soffitta
divenne una vera baita alpina, con caminetto, uffici e cucina.
Nel
maggio del 1976, però, ogni attività fu sospesa: tutti gli Alpini della Sezione
si mobilitarono per l’emergenza post-terremoto in Friuli, contribuendo
concretamente ai cantieri di ricostruzione, in particolare ad Attimis.
In
tempi più recenti, la Sezione ha continuato a distinguersi per il suo impegno
nel volontariato, nella Protezione Civile e nella solidarietà. Numerosi sono
gli interventi nelle scuole, i gemellaggi con sezioni italiane ed estere, le
commemorazioni dei caduti e le iniziative culturali e sociali che coinvolgono
le comunità italiane e slovene del territorio. È attiva inoltre la Famiglia
Alpina di Duino Aurisina, nata per valorizzare l’identità e la memoria alpina
in quella zona.
Oggi
la Sezione di Trieste non è solo custode della memoria e delle gesta eroiche
del passato, ma anche attiva protagonista del presente, con una visione aperta
al dialogo interculturale e all’aiuto concreto ai più fragili.
FAMIGLIA ALPINA DUINO AURISINA
Sezione ANA di Pordenone
Fondata nel 1921, la Sezione ANA di Pordenone ha una
lunga tradizione che si lega a doppio filo con il Battaglione
"L’Aquila", e con i reparti che operavano sul fronte dolomitico e del
Piave. Dopo la ricostituzione postbellica (1946), la sezione ha svolto
un’intensa attività commemorativa e sociale.
Le penne nere di Pordenone sono attivissime nella Protezione
Civile, con un nucleo che partecipa costantemente a esercitazioni,
emergenze nazionali e internazionali. Storico è il legame con il Tagliamento,
fiume simbolo del territorio, che gli alpini aiutano a tutelare con attività
ambientali. La sezione è anche promotrice di camminate storiche, sentieri della
memoria e supporto alle scuole nella trasmissione dei valori alpini.
Sezione ANA di Udine
Associazione Nazionale Alpini - Sezione di Udine
Tra le più antiche e prestigiose, la Sezione ANA di
Udine. Comprende un vasto territorio che fu
profondamente colpito dalla Prima Guerra Mondiale. Vi appartengono numerosi
gruppi montani con una forte componente di ex militari alpini.
L’impegno della sezione è legato alla salvaguardia
dei sacrari e dei cimiteri di guerra lungo l’Isonzo, ma anche alla promozione
culturale. Numerose le pubblicazioni, convegni e iniziative scolastiche.
Udine è sede anche di importanti celebrazioni annuali, come la Fiaccolata
per i Caduti, e mantiene stretti rapporti con le istituzioni locali.
Sezione ANA di Cividale del Friuli
La
Sezione di Cividale ha un legame molto forte con il territorio delle Valli del
Natisone e della Slavia friulana, zone multietniche e frontaliere.
Qui l’identità alpina è sinonimo di coesione tra le
comunità e di custodia della memoria dei reparti alpini della Julia. Il
ruolo degli alpini cividalesi è centrale anche nel mantenimento dei sentieri
storici della Grande Guerra, come quelli del Kolovrat e del Matajur. La
sezione è parte attiva in eventi culturali e ambientali, oltre ad attività di
solidarietà post-sisma e all’estero.
Sezione ANA Carnica
La Sezione Carnica, fondata a Tolmezzo nel
1922, copre una delle aree più montane e simboliche della regione: la Carnia.
Qui nacque il mito dell’alpino montanaro, forgiato nelle battaglie del fronte
carinziano e sul Monte Pal Piccolo.
La sezione è protagonista nella custodia delle
trincee, nei progetti di recupero dei luoghi della guerra e nella
valorizzazione dell’identità alpina carnica. Molto attiva in ambito protezione
civile, la Carnica ha svolto un ruolo chiave nel post-terremoto del 1976 e
in numerose emergenze nazionali. Il Museo della Grande Guerra di Timau è
uno dei fiori all’occhiello della sezione.
Sezione ANA di Gorizia
Nata nel 1924, la Sezione ANA di Gorizia ha una storia
profondamente intrecciata con la linea dell’Isonzo, teatro di alcune
delle più cruente battaglie del primo conflitto mondiale. Dopo il secondo
dopoguerra, la sezione ha affrontato sfide legate alla ridefinizione dei
confini e alle tensioni della guerra fredda, mantenendo saldi i valori
dell’A.N.A.
Promuove la memoria storica con eventi sul Monte
Sabotino, Monte San Michele e altri luoghi simbolo. In ambito
sociale, ha una presenza costante nel volontariato, nella manutenzione di
monumenti e nella collaborazione con le scuole del territorio.
Sezione ANA di Gemona del Friuli
Già attiva negli
anni Trenta, la Sezione di Gemona ha vissuto momenti tragici e gloriosi, come
il terremoto del 6 maggio 1976, durante il quale gli alpini furono tra i
primi soccorritori, guadagnandosi la stima e l’affetto della popolazione.
Da allora, Gemona è un simbolo nazionale della solidarietà
alpina, e ogni anno ricorda l’impegno dei volontari con cerimonie e
incontri. Il forte legame con il territorio si manifesta anche nelle escursioni
commemorative, nel sostegno a enti assistenziali e nella tutela dei percorsi di
montagna.
Sezione ANA di Palmanova
Tra le più giovani sezioni, quella di Palmanova è
molto attiva a livello locale e regionale. Fondata nel secondo dopoguerra,
rappresenta un importante polo di aggregazione per il territorio della Bassa
friulana.
Ha fatto della valorizzazione storica della
città stellata e della difesa idraulica della pianura un suo cavallo di
battaglia. I volontari della sezione partecipano con dedizione alle attività di
Protezione Civile e ai campi scuola per giovani. La sezione organizza anche
manifestazioni culturali come concerti, camminate storiche e raduni.
96ª Adunata Nazionale Alpini - Biella, 9-11 maggio 2025
Un patrimonio di
memoria e futuro
Le sezioni ANA del Friuli Venezia Giulia custodiscono
non solo la memoria dei caduti, ma anche un patrimonio umano di solidarietà,
competenza e amore per la montagna. In un secolo di storia, le “penne nere”
friulane hanno saputo trasformare l’eredità militare in un impegno civile
concreto, che trova nel servizio alla comunità, nella cura dei luoghi
della memoria e nell’educazione dei giovani le sue espressioni più
alte.
Nel contesto del progetto “Sulle vie dell’acqua tra
pietre e fiumi”, la presenza degli Alpini rappresenta un filo rosso che
lega natura, storia e identità. Ogni sezione è un capitolo vivo della
narrazione del ‘900 friulano: testimone delle guerre, protagonista delle
ricostruzioni, guardiana della pace.
FAMIGLIA ALPINA DUINO AURISINA :
IL PROGRAMMA DELLA TERZA FESTA ALPINA A DUINO AURISINA
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